Come può un Paese povero come il Ciad accogliere migliaia di rifugiati? E come rispondere alle loro primarie necessità?
In Sudan vi è una guerra dimenticata dai media occidentali, ma dalle conseguenze catastrofiche con migliaia di morti e più di un milione di rifugiati, dei quali 700.000 nel vicariato di Mongo: qui ancora una volta troviamo p. Martellozzo in prima linea.
“Siamo presenti nei campi profughi secondo il metodo che abbiamo usato con le popolazioni del nostro vicariato: dopo un intervento immediato, cerchiamo di creare una base economica che permetta alle famiglie di diventare autosufficienti.
Il modo migliore è quello di creare orti: basta fornire loro l’acqua procedendo allo scavo di pozzi, fornire le sementi e utensili. Le donne, fanno rifiorire il luogo deserto con legumi di vario tipo” dice p. Franco.
Una ricetta semplice, ma fondamentale per chi non ha niente e lotta per la sopravvivenza.
Ancora una volta l’acqua si è rivelata essenziale e questo messaggio ci aiuta a comprendere quanto sia importante aiutare quelle popolazioni a risolvere il problema dell’acqua.
Vedere un paese povero che aiuta altri poveri sfortunati, è un grande insegnamento per noi.
Mosè Pagnin
Tags: ciad, p. Franco., Sudan
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