1 novembre 2010 Barrio Cuba – San Josè – COSTA RICA
Ormai da 12 giorni mi ritrovo nella mia parrocchia di Barrio Cuba, una barracopoli della capitale S.Josè. La gente mi ha fatto un’accoglienza calorosissima, e questo mi ha dato grande gioia e ha rinnovato la mia volontà di dedicarmi loro con tutte le mie energie, anche se mi restano i miei dolori.
Ho detto loro il mio desiderio di camminare con loro e han capito che quando non potrò rispondere a qualche loro attesa, specialmente di sera, sarà perché i miei problemi di salute non me lo permetteranno.
La parrocchia conta circa 30.000 abitanti, con una popolazione eterogenea composta principalmente da immigranti dalle zone rurali e una sempre più grande immigrazione di Nicaraguensi.
Soprattutto nei “precarios” (= agglomerati più o meno grandi di baracche), la gente vive in condizioni sub-umane: in un ambiente di paura, di violenza, di insicurezza, di una condotta aggressiva contro i bambini e le donne.
Come conseguenza di tutto questo si assiste a un processo di disintegrazione familiare, divorzi, separazioni coniugali, infedeltà e irresponsabilità paterna.
Abbondano le ragazze madri adolescenti e le donne capo famiglia.
Per sopravvivere, molti si lanciano nella delinquenza, nel furto,nell’alcool, nel traffico e vendita di droga, nella vendita di articoli rubati.
Altri si danno alla prostituzione, nelle strade, in certe case o in luoghi pubblici…
Perché allora i saloni parrocchiali?
Per offrire alla nostra gente uno spazio tranquillo dove poter incontrarsi, ascoltarsi, e avere anche una formazione sociale.
Nei pomeriggi, i saloni potranno servire anche a dare sostegno scolastico ai bimbi che nelle loro baracche non riuscirebbero a combinare niente.
Continuate anche voi a ricordarmi nella vostra preghiera, perché il Signore mi dia, se è sua volontà, la salute sufficiente per lavorare per il suo Regno qui… il più a lungo possibile.
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