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  • Si è appena concluso un anno intenso e ricco di interventi, in aiuto ai progetti che i missionari con fatica realizzano, lottando in prima linea tra inimmaginabili difficoltà.

    Dall’aiuto a salvare dalla sottomissione le giovani donne del Ciad, vittime di matrimoni combinati e gravidanze precoci, al sostegno a suor Jane in Kenya che ospita bambini afflitti da malnutrizione, all’aiuto a sorella Gabriella Lorenzi che in Camerun aiuta le famiglie più indigenti, fino a p. Martellozzo che in Ciad sta realizzando grandi progetti, dall’acqua, alle attrezzature agricole, alle banche dei cereali, alle scuole, per aiutare quella popolazione ad uscire dallo stato di sottosviluppo e raggiungere l’autosufficienza.
    A Nyahururu in Kenya, l’Ospedale è ora ben organizzato ed è diventato un punto di riferimento importante e indispensabile per la regione. Ma le necessità di un Ospedale non finiscono mai, e per questo è continuato il nostro impegno con l’invio di nuove attrezzature medicali di diagnostica per immagini.
    Non poteva mancare un aiuto anche ai bambini dell’India nella zona di don Vimal, per assicurare loro l’istruzione e un futuro, a don Rossignolo e a p. Breda per i loro ragazzi in Thailandia e in Tanzania.
    Sono stati tanti gli EVENTI che ci hanno visto protagonisti: dalla cena solidale, grazie alla collaborazione con gli addetti alla sagra, all’incontro tra p. Martellozzo e i volontari provenienti da varie parti d’Italia e dalla Francia, realizzato al fine di coordinarne gli interventi, al concerto lirico di beneficenza per un pozzo in Ciad. Infine l’incontro-dialogo tra cinque missionari, che si è sviluppato in un dibattito illuminante per i presenti.
    Un anno che ci ha visto sempre attenti ad aiutare i più deboli.  Sarebbe bello che senza nascondere i problemi, le nostre deboli forze, i nostri difetti, riuscissimo a gioire e raccontare con orgoglio quanto di buono è stato fatto e ciò che possiamo offrire.
    Mosè Pagnin

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  • Negli anni scorsi molte voci mi sono giunte per realizzare un evento nel mese missionario. Quest’anno è arrivata l’occasione della presenza di missionari in Italia ed è stato tenuto un incontro con cinque sacerdoti: p Benoit Lovat (Ciad), p. Franco Martellozzo (Ciad), p. Renzo Rossignolo (Thailandia), p. Francesco Breda (Tanzania) e don Vimal Lakra (India).

    P. Martellozzo, p. Breda e p. Rossignolo sono i missionari storici che l’associazione ha sempre aiutato. 
    Don Vimal con padre Lovati sono invece i “nuovi” aggiunti in questo periodo: infatti l’associazione rivolge il suo sostegno a “vecchi e nuovi”.
    Nel dibattito sono emerse le problematiche di tutte queste terre, le questioni socio economiche legate alle diverse culture e religioni e i progetti che l’Associazione ha contribuito a realizzare.
    Noi da sempre aiutiamo i missionari con progetti educativi, agroambientali e sanitari ed è nostra intenzione continuare nel sostegno a quelle missioni e a quei missionari che operano in queste terre in mezzo a difficoltà e a disagi notevoli.
    “Il Natale è lo spirito del dare senza il pensiero di ricevere. È felicità perché vediamo la gioia nelle persone. È dimenticare se stessi e trovare il tempo per gli altri. Scartare l’inutile sottolineando i veri valori.” (Thomas S. Monson)
    Il Natale è la festività più attesa e più bella dell’anno che rivela ancora una volta l’importanza della famiglia, la nostra, e quella più grande a cui apparteniamo, dove riconoscerci amati e capaci di amare.

    Voglio ringraziare i Soci e i Sostenitori, il gruppo donne e il Consiglio Direttivo per la loro collaborazione a far sì che l’Associazione possa continuare a portare avanti questo “dono” con orgoglio e dedizione.
    Un caro augurio di Buon Natale e di un felice nuovo anno.
    Sergio Mirandola, presidente.

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  • Riportiamo per intero il messaggio che p. Franco Martellozzo ci invia per ringraziare l’organizzatore e  quanti, con la loro partecipazione al ”Concerto per un pozzo tenutosi a  Borgoricco, contribuiscono ad alleviare le sofferenze in quella parte del mondo.
    “Sono qui per ringraziarvi del vostro apporto alla soluzione del problema dell’acqua e anche per aprire la vostra visione all’ orizzonte dei paesi del SAHEL, dove si trova la mia diocesi di Mongo.
    Il termine “Sahel” in arabo significa “sponda” e fu coniato dai cammellieri che attraversavano il deserto. Quando finalmente dei timidi alberelli apparivano all’orizzonte dopo giorni e giorni di sabbie, questi esclamavano: “Ecco la sponda!“ Il deserto era finito e iniziavano le terre abitate.
    Da qui il termine è passato ad indicare tutta la fascia africana che fa da sponda al Sahara verso il Sud.  Dopo il Sahel c’è la savana e dopo la savana la foresta equatoriale del Congo.
    Il Sahel dunque, è una regione dove le piogge sono scarse, le sorgenti d’acqua rare e l’agricoltura difficile da praticare. Inoltre l’azione dell’uomo col disboscamento selvaggio e l’allevamento incontrollato, favorisce l’avanzata del deserto e l’impoverimento delle popolazioni.
    E contro questa avanzata delle sabbie che noi lottiamo attraverso un insieme di attività, la più importante delle quali è senz’altro lo scavo di pozzi.
    Il pozzo,
    fornendo l’acqua tutto l’anno, favorisce prima di tutto la coltura degli orti che permette alle mamme di nutrire meglio la famiglia.
    Nello stesso tempo rende possibile una vasta azione di rimboscamento su tutto il territorio grazie all’impegno dei bambini.  Alla festa annuale dell’albero, ogni bambino riceve un albero da piantare, innaffiare e proteggere. Alla festa dell’anno seguente dei premi saranno distribuiti ai migliori.
    Il vostro contributo dunque andrà ad alimentare i progetti: ”Pozzi per gli orti delle donne”  e  al Concorso per i bambini “Piantagione alberi”.
    Ancora GRAZIE a chi ha organizzato e a voi.
    Un abbraccio
    P. Franco Martellozzo
  • Sensibilizzare le giovani generazioni a conoscere tante realtà che ancora sussistono nel mondo, dove i loro coetanei non possono soddisfare i più elementari bisogni per sopravvivere e per sperare in un futuro, dove manca l’acqua portabile, il cibo, la scuola, la sanità, beni per noi imprescindibili, ma purtroppo negati a tanti giovani.
    Conoscere per capire, per aiutare: è il messaggio che vogliamo dare ai nostri giovani più fortunati.
    “L’idea di unire in un costruttivo gemellaggio Fraternità Missionaria e Antenore Sport Padova, nasce dal forte desiderio di far incontrare il mondo del volontariato e quello dello sport in un percorso comune che abbia come stella polare la solidarietà.
    Lo sport non è solo veicolo di crescita per chi lo pratica, ma può essere anche promotore di cause e istanze sociali e benefiche.
    Questo gemellaggio si pone l’obiettivo di sensibilizzare i giovani e le oltre 200 famiglie iscritte alla Scuola Calcio della società padovana ai progetti di sviluppo che Fraternità Missionaria svolge nei Paesi più poveri del mondo.”
    E’ quanto dice il consigliere Andrea Rozzato che come coordinatore delle attività giovanili di Antenore Sport ha realizzato il gemellaggio, e aggiunge: “Ci piace l’idea di condividere e stringere nuove collaborazioni con le varie realtà del territorio.
    Speriamo che questa prima collaborazione apra la strada a nuove iniziative di questo tipo per far sì che sempre più persone possano conoscere le nostre attività.”
    Grazie da parte dei consiglieri a nome di tutti i soci, ai dirigenti della società padovana, che con la loro sensibilità e disponibilità hanno accolto con entusiasmo l’idea del gemellaggio “importante sostegno ai progetti della nostra associazione” dice il Presidente Sergio Mirandola.
    Mosè Pagnin

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  • Dove c’è acqua pura, c’è vita, c’è futuro. Ed è per dare una speranza di futuro a tanti bambini ancora vittime della sete, della fame e malnutrizione, che Gianluca Caporello ha voluto che il ricordo di sua madre continuasse a vivere nel sorriso di quei bimbi.
    Una serata all’insegna della grande musica, dove le arie d’opera sono risuonate in una sala gremita e attenta. Una serata piacevole, che ha coniugato l’arte musicale con la beneficienza.
    Le offerte raccolte saranno donate a p. Franco Martellozzo in Ciad, dove ha realizzato progetti atti a sollevare quella popolazione dalla miseria per portarle a raggiungere l’autosufficienza alimentare.
    Si spazia dalla costruzione di scuole alla formazione scolastica, alla fornitura di attrezzi per migliorare la produzione agricola, alla formazione agraria e tecnica, alla sanità, agli interventi per trovare l’acqua, fino a quelli per fermare il deserto coinvolgendo giovani e autorità.
    “Due parole per dirvi che sono vivo e vegeto, immerso fino al collo nelle attività e nella visita del territorio” ci scrive oggi p. Franco appena ritornato in Ciad dopo un periodo di riposo.
    Da 60 anni in Ciad (nella foto): il suo entusiasmo e la sua determinazione sono un esempio per tutti noi.
    Mosè Pagnin

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  •  “Come ricordare Marzia se non con un Concerto Lirico in suo nome; un Teatro, due voci ed un pianista da lei molte volte apprezzati. Un racconto di vita attraverso le Arie d’opera da lei amate, un’occasione per una raccolta fondi che Marzia avrebbe molto apprezzato, per dare maggiori strumenti alle popolazioni dell’Africa in difficoltà.
    Un evento commemorativo, perché è anche attraverso il ricordo che le stelle continueranno a risplendere.” 
    Grazie al maestro Gianluca Caporello che con le sue parole annuncia di aver organizzato un Concerto di beneficenza per ricordare la propria mamma.
    Il suo ricordo potrà vivere negli sguardi e nei sorrisi dei bambini che con il suo contributo ha contribuito a salvare.
    Il ricavato sarà devoluto per la realizzazione di un pozzo in Ciad, a p. Franco Martellozzo che da 60 anni aiuta quelle popolazioni, dove l’acqua pura può salvare la vita di tanti bambini e migliorare le condizioni di vita.
    Un gesto di alto significato, un concreto aiuto a chi soffre.
    Mosè Pagnin

    Domenica 22 Ottobre ore 17.30
    Teatro A. Rossi –  Viale Europa 12 – Borgoricco

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  • Conoscere la vita dei missionari in quelle terre, e come sono accettati, sia negli anni passati che ora, è un’esperienza che abbiamo potuto sentire dal dialogo tra due protagonisti, padre Franco Martellozzo che dal 1963 è in quella regione e don Benoit Lovati, che vi è da 15 anni.
    L’incontro di lunedì 2  ottobre è stato protagonista di un vivace scambio di domande e risposte tra i due che ha tenuto alta l’attenzione dei presenti, coinvolgendoli in un dibattito vivo e profondo sui problemi e sulle difficoltà che i missionari trovano sul loro cammino.
    60 anni fa ero visto con sospetto, in una regione mussulmana” dice p. Martellozzo, “ma ora, dopo le opere che abbiamo realizzato, vi è grande rispetto e considerazione fino alla collaborazione”.
    Dalla diffidenza alla stima, alla gratitudine: è questa la ricompensa per i missionari.
    L’obiettivo era ed è di realizzare opere e mettere in atto un insieme di attività che potesse consentire a quelle popolazioni di vivere dignitosamente nella propria terra.
    E qui si spazia dalla costruzione di scuole, alla formazione dei giovani, ma soprattutto delle giovani donne per favorirne l’emancipazione là dove la donna è considerata inferiore all’uomo, all’aiuto per raggiungere l’autosufficienza alimentare, alla costruzione di  pozzi, alla realizzazione di orti comunitari: tante strategie per un unico obiettivo.
    Non meno interessanti sono stati gli interventi di don Renzo Rossignolo, di padre Francesco Breda e di don Vimal: un crogiolo di situazioni, di esperienze che arricchisce la conoscenza di realtà tanto diverse.
    Ma anche l’intervento del Sindaco Marco Schiesaro, sensibile alla tematica del volontariato e del dott. Lepoldo Costa, con la sua esperienza nell’Ospedale di Nyahururu, hanno destato grande interesse.
    Mosè Pagnin

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  • Sentire dalla viva voce di più missionari impegnati in terre lontane le loro testimonianze, è un’opportunità che non capita spesso.

    Siamo vicini a loro con il nostro sostegno per aiutarli a realizzare i loro progetti, ma dobbiamo essere a loro vicini anche con la nostra presenza fisica, perché sentano concretamente la vicinanza e l’affetto che li circonda.
    Un modo per dar loro il conforto di non sentirsi soli, ma tocchino con mano di poter contare sull’amicizia e l’appoggio nostro per aiutarli nella loro missione. Porteranno il loro saluto

                    LUNEDI’ 2 OTTOBRE ORE 21.00
    nel salone del Centro Parrocchiale a S. Bonaventura:

    • don Benoit Lovati, di Novara, che opera nel sud del Ciad, a Pala.

    • P. Franco Martellozzo, che opera a Mongo in Ciad

    • Don Renzo Rossignolo, di Cadoneghe, che opera in Thailandia

    • Don Vimal, cooperatore nella parrocchia di Mejaniga

                                             Ti aspettiamo!

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