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Con uno speciale “Dossier” sul numero novembre della rivista mensile dei gesuiti “Popoli e Missione”, la giornalista Chiara Pellicci fa il punto sugli interventi effettuati da p. Franco Martellozzo in Ciad, mettendo a fuoco la filosofia che ispira questa attività.
Un intervento che p. Franco opera a 360 gradi, bene illustrato dalla giornalista che analizza i vari campi di intervento, “… per sconfiggere la fame, ammansire il terreno secco, contrastare la desertificazione, far fruttare il suolo”…
Tags: . Franco, Chiara Pelliccil, p, Popoli e missione
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Un popolo che cerca il proprio riscatto, che lotta per il futuro nella propria terra, ma soprattutto che non vuole più ”piangersi addosso”.
Questo il Ciad, visto in positivo, il “suo Ciad” descritto da p. Franco in un video in cui ci illumina, come voce narrante, sui vari aspetti di quella realtà. Una realtà dove i giovani locali cercano di mettere a frutto l’aiuto dei tanti volontari, con risultati che stimolano e rafforzano la volontà di collaborazione.
Trasmette un messaggio di speranza il video mostrato il 12 settembre nell’incontro che p. Franco ha voluto con i volontari che lo sostengono, venuti da varie parti per confrontarsi e rafforzare il legame di solidarietà. Volontari che mettono a disposizione tempo e competenze, anche con la presenza in loco.
Dopo il saluto dato dall’équipe degli stretti collaboratori di p. Franco, collegati in videoconferenza dal Ciad, che hanno manifestato la loro entusiasmo nel veder tanti volontari riuniti per uno scopo comune, sono proseguiti gli interventi per sviscerare tutti gli aspetti dei vari progetti.
Illuminante l’intervento di madame Dorrit van Dalen, docente universitaria in Olanda, sulla situazione dei progetti e come intervenire per la loro completa realizzazione.
La situazione finanziaria dei progetti e delle donazioni, corredata da grafici, è stata oggetto di una dettagliata esposizione da parte di Loredana Tessari.
Si sono succeduti altri interventi, dalla situazione delle “Banche dei cerali” da parte dell’ing. Paolo Pascale di Bologna, allo stato delle scuole con Antonietta Baù di Bassano.
Per la sanità è intervenuto il dott. Claudio Lazzarato, mentre fratel Pietro Rusconi e l’ing. Giacinto Dal Pan di Brescia hanno evidenziato il grande risultato della fornitura di aratri.
Silvio Tessari ha sottolineato l’importanza della coesione e collaborazione tra i volontari per raggiungere l’obiettivo. Una visione condivisa e rafforzata da Flavio Pilli, Primo Tomasella e Stefania Pallaro.
Infine il grande problema dell’acqua è stato sviscerato dall’ing. Luca Comitti di Verona, che dopo gli esami geologici eseguiti in loco, propone soluzioni tali da dare risultati duraturi e continuativi nel tempo.
Condurre una discussione franca tra amici provenienti da varie parti, ma tutti uniti per il solo scopo di trovare soluzioni concrete in aiuto ai più sfortunati, è stato per me un’esperienza entusiasmante e un grande arricchimento.
Mosè PagninTags: ciad, incontro, p. Franco.
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Tags: cena, cena solidale
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Un bagno di folla: così si può rappresentare l’evento di sabato 4 maggio.
L’inaugurazione del monumento-memoriale a Dario e ai volontari che operano nei vari settori, è stato sentito come un grande momento di vicinanza da parte del pubblico, che ha dimostrato grande sensibilità e interesse al mondo del volontariato.
La presenza dei rappresentanti delle associazioni di volontariato di Cadoneghe, alcune delle quali sconosciute ai più, ha rafforzato il sentimento di condivisione degli ideali del volontariato.
Tangibile il segno dato dal taglio collettivo del nastro da parte del presidente di Fraternità Missionaria e dalla moglie di Dario, dal presidente della proloco in rappresentanza delle associazioni e dal sindaco in rappresentanza della comunità.Le foto dell’evento raccontano di una partecipazione corale, di momenti di amicizia, di gioia e di fraternità, che ci ha fatto sentire tutti più vicini.
E’ lo spirito del volontario, stimolo alle nuove generazioni.Puoi vedere e scaricare le foto a questo link
https://photos.app.goo.gl/Yn8XvqLJbF2emNod7
Mosè Pagnin
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Inaugurazione memoriale SABATO 4 MAGGIO ORE 11
Area verde Via Vecellio- Cadoneghe -
“Sono Sr. Nadia della comunità missionaria di Ndithini, Kenya, e desidero partecipare all’inaugurazione del memoriale a Dario, uomo caritatevole che ha sentito la chiamata missionaria. Era una persona buona che intravedeva i problemi di noi missionari ed era pronto a chiedere aiuto per poi mettere nella nostra bisaccia il suo raccolto.
Quando l’ho conosciuto, agli inizi della mia missione e vivevo in una povertà estrema, lui ha risposto aiutandoci a costruire un dormitorio e a comprare il cibo per i bimbi orfani e ammalati di AIDS che bussavano alla nostra porta.
In lui ho trovato un uomo che dava tutto per innalzare dalla povertà il povero e l’abbandonato.
Avrei desiderato essere presente all’inaugurazione in sua memoria, ma trovandomi in Kenya non potrò essere alla festa, ma a Dario devo dire: “ Un grande grazie”. Lui ha ascoltato il mio grido di sofferenza, mi ha asciugato le lacrime quando non sapevo a chi rivolgermi e mi ha donato tanta speranza.”
Spero che la sua associazione continui sulle sue orme.
Grazie presidente di questa memoria in onore al grande uomo che ha combattuto per portare avanti l’associazione di fraternità.
Con affetto e stima,
Sr Nadia Monetti – Ndithini 8-04-2024 ”
—————————————Un toccante ricordo di Dario, un ricordo che viene dal cuore e che ci coinvolge e ci fa riflettere. Ascoltare il “grido di sofferenza” è una grande missione che dobbiamo tutti sentire e vivere.
Mosè PagninInaugurazione memoriale SABATO 4 MAGGIO ORE 11
Area verde Via Vecellio- CadonegheTags: dario, kenya, monumento, mremoriale, Sr. Nadia
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L’inaugurazione del memoriale a Dario e ai volontari non poteva non suscitare in p. Franco i ricordi delle vicissitudini e delle battaglie condotte assieme.
“Carissimi,
Grazie della bellissima notizia. Non potendo essere fisicamente presente in quella data, vi assicuro che il mio spirito sarà con voi.
Infatti Dario, da amico di infanzia, mi ha poi accompagnato lungo tutto il mio cammino.
É senz’altro la persona che mi ha appoggiato col più grande calore di un’amicizia efficace che non si ferma alle parole.
Innumeri i progetti finanziati dal suo accanimento per trovare soluzioni ai problemi.
Ricordo in particolare la realizzazione del dispositivo per produrre varechina, che mi ha permesso di salvare la popolazione di Mongo da un’improvvisa ondata di colera.
In verità avevo tentato di rifiutare il progetto perché preso da altri impegni. Insisté talmente che accettai. Forse fu un angelo a rivelargli?
Ebbene senza quel dispositivo avremmo avuto migliaia di morti poiché né la pubblica sanità né le ONG erano preparate a quello choc.
Furono i nostri impianti, costruiti da Giorgio Ferro e collocati in tutti dispensari e scuole che bloccarono il flagello sul nascere. Come è stato riconosciuto anche dalla massima autorità civile locale.
Grazie Dario, continua a darci una mano.
p. Franco”
——————————————————–“Dario sorridente in piedi sul bordo del pozzo… l’acqua che scorre…le facce dei ragazzini incuriositi… E’ una bella immagine che fissa un momento di bene e di fraternità.
Dario, missionario laico, amico dei poveri e dei più deboli è contento in un luogo che è permeato da una profonda valenza simbolica: il pozzo.
Nel meditare sul memoriale che potesse ricordare l’opera di Dario è venuto spontaneo pensare al pozzo. Ed ecco che l’idea si materializza con una “margella” costituita da 24 conci in pietra, che rappresentano lo scorrere del tempo, e con una struttura metallica in elevazione curvilinea e convergente che ne definisce la forma costitutiva.
La struttura rappresenta una spiga di frumento simbolo di operosità e di abbondanza e della vocazione di Dario per la formazione agraria dei giovani nei paesi sottosviluppati. “E’ quanto scrivono nella presentazione del progetto l’architetto Nicola Visentini e l’architetto Viorel Oprea che hanno saputo così ben rappresentare in maniera artistica l’impegno di Dario a futura memoria.
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Le sue foto ci raccontano la realtà che incontrava e che lo colpiva. Gli sguardi supplichevoli dei bambini che Dario trovava in quei luoghi sperduti, erano il suo stimolo, il loro sorriso la sua ragione di vita.
Per loro cercava l’acqua potabile, costruiva la scuola, organizzava le cure mediche, insegnava a procurarsi il cibo.
Sempre in prima persona, tra mille difficoltà e imprevisti. Andava anche se all’epoca non esistevano comunicazioni sia stradali che telefoniche e le condizioni di vita in loco erano al limite della sopravvivenza.
Più di una volta per arrivare ai villaggi si orientava con le stelle, ma tornava felice dai suoi viaggi.
Meglio di tutti conosceva quella realtà e per realizzare quei progetti che riteneva necessari ha fondato la nostra associazione.
Ha lasciato un segno di sé in quel mondo che tanto amava, ma anche tra di noi.
Il suo progetto continua.Mosè Pagnin
Ti aspettiamo SABATO 4 MAGGIO ORE 11
in via Vecellio – di fronte Scuola Falcone Borsellino – Bragni – Cadoneghe
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