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    Il dramma di un’indigenza che sembra irreversibile, senza speranza, raccontato da Gabriella Lorenzi, missionaria laica dell’associazione Came to me.
    Alcuni passi del messaggio a Fraternità Misionaria:
    “Nel Nord Camerun, nella savana, vi sono famiglie abbandonate, la cui povertà è talmente grave che nessun organismo vuole investire per aiutarle ad uscire da questo stato di indigenza.  Un’indigenza che sembra irreversibile, senza speranza.
    Nel 2024 grazie all’aiuto di Fraternità Missionaria, con l’appoggio della Caritas della diocesi di Garoua, abbiamo preso in carico 61 famiglie.
    Ogni famiglia presentava problemi sanitari, malattie, malnutrizione, in particolare nei bambini. Per far fronte alla malnutrizione si sono cercati gli alimenti presenti nel territorio, promovendo nella popolazione una “cultura” capace di valorizzare le risorse locali. 
    Inoltre 100 bambini/e sono stati inseriti a scuola. …..Ad ognuno è stato fornito il materiale scolastico: penne quaderni, libri e sono state pagate le tasse scolastiche. Siamo fiduciosi che per la fine dell’anno scolastico 2024/2025 possano superare l’esame per la licenza di scuola primaria.
    Sono stati presi in carico anche bambini nati da madre sieropositiva….
    Non ci siamo dimenticati degli anziani. Nella cultura locale un anziano, che non riesce più a soddisfare i propri bisogni essenziali, viene messo da parte, a causa della grande povertà delle famiglie.….Grazie al vostro aiuto 11 persone anziane hanno potuto riprendere a vivere in modo dignitoso.
    Esprimiamo una profonda gratitudine agli amici di Fraternità Missionaria, perché il loro intervento ha permesso a molte persone di riprendere a vivere, a sperare in un futuro.
    Un grazie particolare per aver aiutato 100 bambini/e a frequentare la scuola. È il primo passo, ma indispensabile per iniziare a sperare in un futuro migliore.
    Gabriella Lorenzi “
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    Dramma e impegno si mescolano in questo ritratto, in cui anche il nostro modesto aiuto può dare una speranza a molti dimenticati di vedere la luce in fondo al tunnel.
    Siamo noi di Fraternità Missionaria a ringraziare Gabriella e i volontari della diocesi di Garoua per il grande impegno a sostegno degli ultimi.
    Mosè Pagnin

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  • Un breve estratto dai saluti alla comunità che p. Rossignolo ci invia dalla Thailandia.
     “Carissimi amici di Fraternità’ M.
    vi porto i miei pensieri di riconoscenza e nostalgia di persone che ho conosciuto fin dall’inizio della Comunità’ cristiana di San Bonaventura.
    ….In questo Paese dove i cristiani siamo un piccolo popolo, noi Salesiani lavoriamo per i giovani, soprattutto per quelli più poveri: siamo conosciuti e stimati perché portiamo avanti le scuole professionali.
    ….Alcune scuole impegnate a favore dei giovani più’ poveri, disabili, orfani, drogati, lavorano in perdita, e devono cercare aiuti all’interno del Paese, ma in Thailandia abbiamo sempre avuto bisogno dell’aiuto dei cristiani dell’Europa per iniziare nuove opere…
    Vi auguro un po’ di Pace…Il mondo ha bisogno di Pace.
    don Renzo”
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    Una vita del nostro parrocchiano p. Renzo trascorsa in una terra lontana per dare un futuro a tanti giovani e per dare sostegno alle famiglie di lebbrosi.
    Un impegno che da sempre p. Renzo persegue, ma che per affrontare le innumerevoli difficoltà chiede il nostro aiuto.
    L’importo del 5 x 1000 appena ricevuto sarà così devoluto a sostegno di questi progetti di p. Renzo. Un piccolo gesto, una concreta azione che segna la nostra vicinanza a chi spende la vita per gli altri.
    Mosè Pagnin

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  • In Camerun, nella diocesi di Garoua, è continuato il nostro sostegno assieme all’associazione “Came to me al progetto ” Comunità e salute “ per la promozione della donna e della famiglia.
    Nel report dell’attività svolta nel 2021 si legge tra l’altro:
    “Durante l’anno l’équipe del progetto ha supervisionato 49 famiglie indigenti sia nei villaggi previsti  dal progetto che in nuovi villaggi.
    Sono stati supportati 17 sieropositivi di AIDS e 14 bambini.

    Il progetto è stato in grado di fornire durante l’anno la sussistenza necessaria per aiutare queste famiglie che vivevano in estrema precarietà.
    Le famiglie seguite sono state sensibilizzate sull’importanza della prevenzione delle malattie ricorrenti, su l’igiene e la sanificazione dell’acqua, sulla prevenzione della malaria, sulla prevenzione e sulle misure da intraprendere contro il coronavirus.
    Per il futuro, speriamo che insieme, e con la grazia di Dio, continuiamo a coniugare i nostri sforzi per contribuire in maniera significativa a migliorare le condizioni socio-economiche e sanitarie delle famiglie”.

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  • di don Renzo Rossignolo
    Carissimi amici di Fraternità’ Missionaria,
    sono contento nel leggere le notizie che non vi fermate nel sostenere le varie attività caritatevoli. 
    Le notizie che mi arrivano dall’Italia mi sorprendono, perché non capisco perchè vi siano persone che protestano e litigano per avere più libertà’ di cercare un posto al sole in riva al mare e non hanno paura di rovinare la propria salute e quella degli altri….
    Qui a Romphibun, In Thailandia, il nuovo anno scolastico inizia con  molte incognite.
    In ogni scuola, in ogni piccolo ospedale, in ogni Comune, ci sono le liste di attesa per quelli che dovranno ricevere il vaccino. Migliaia di dosi arrivano dalla Cina, gratis.
    Carissimi, vi penso tutti in buona salute, vi auguro ogni bene e vi sono sempre riconoscente per i tanti aiuti che ho ricevuto.
    don Renzo Rossignolo

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  • Riceviamo dal Kenya


    di Mons luigi Paiaro – Vescovo emerito
    Signor Presidente,
    un saluto e tanti auguri con le congratulazioni per il bene che “Fraternita’ continua a fare.  Grazie, e sempre tanta riconoscenza per quanto continuate fare anche qui a Nyahururu.
    Assicuri a tutti i soci e ai volontari il nostro grazie, dico “nostro”, perché’ quanti lavorano in Ospedale “Benedict XVI” sanno quanto fate, e ammirano  il vostro impegno.
    Noi tutti preghiamo perché il vostro impegno continui e non finisca.
    Grazie a tutti.
    Il Signore vi benedica come faccio io con tanta semplicità,
      +Luigi Paiaro – Vescovo emerito.    

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  • Riceviamo da una “diocesi di frontiera” – Mongo – Ciad.
    di p. Franco Martellozzo
    Carissimi amici di Fraternità Missionaria,
    d
    ovete sapere che la nostra chiesa nella parrocchia di Baro è la prima costruita nella regione dai missionari francesi nel 1958.
    Una chiesa che ne ha viste di tutte: perfino usata come dormitorio da  molti fanatici ribelli islamisti allo scopo di distruggere alle radici la comunità cattolica di Baro.
    Ma la fede ha trionfato. Quest’anno abbiamo proceduto ai lavori di restauro ai quali ha partecipato tutta la comunità, bambini compresi.
    Queste foto testimoniano l’apporto dei bambini, a scaricare mattoni, e a portare acqua con la carretta.
    Un bel segno di vitalità e di speranza che ci invita a celebrare il Natale nella gioia malgrado tutte le difficoltà del momento. Nulla può vincere la fede che viene dal fondo del cuore.
    Per questo vi auguriamo che le preoccupazioni per il Covid non soffochino in voi la speranza che il Signore fattosi bambino ha aperto all’umanità sofferente.
    Mille auguri a tutti voi.
    p. Franco Martellozzo

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  • Riceviamo e vi proponiamo una testimonianza che fa riflettere. Ecco uno stralcio.
    “CAMMINARE CON I POVERI”  
    di Sabrina Atturo, coordinatrice progetti MAGIS
    “E’ un anno e mezzo che sono stata travolta da una nuova incredibile avventura in Ciad per la gestione di progetti. Sono mesi che ho la possibilità di immergermi concretamente nella realtà di un paese estremamente povero, uno degli ultimi nell’Indice di Sviluppo Umano.
    Ogni volta che parto, ogni giorno che vivo in Ciad mi confronto con le mie fragilità, le mie paure, i miei limiti, ma in questo sentirmi piccola e fragile emerge tutta la grazia dei tanti compagni di viaggio.
    Mi sento una creatura limitata e questo mi aiuta ad ascoltare ed accogliere l’altro nelle sue differenze, le sue gioie e le sue debolezze.

    Ma vi ricordo i miei compagni di cammino, i tanti “poveri” come me incontrati. sparsi per il mondo:
    I gesuiti missionari italiani che vivono in Ciad: padre Franco Martellozzo, Padre Angelo Gherardi, Padre Corrado Corti, colonne portanti per le opere che hanno realizzato.  L’ascolto del loro vissuto ti fa sentire piccola.
    i gesuiti in loco, ciadiani e camerunesi,
    i beneficiari del progetto, tecnici di laboratorio, professori, costruttori, elettricisti, guardiani, pazienti,
    i benefattori nei confronti dei quali mi sento profondamente responsabile perché ogni goccia di bene, anche la più piccola, chiede di portare frutto.
    Un’esperienza che definirei “straordinaria” accompagnata da un vissuto ordinario. “


     

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  • Una lucida e profonda analisi su un grande problema visto da chi vive in quelle realtà da decenni e ne conosce la storia e la geografia: p. Franco Martellozzo affida a facebook le sue riflessioni fondate sull’esperienza diretta assieme alla concretezza delle soluzioni avviate.
    Ne riportiamo un estratto.
     EMIGRAZIONE CLANDESTINA, FENOMENO INARRESTABILE ?
    di p. Franco Martellozzo – gesuita- da 58 anni in Ciad
     PREMESSA:  Non mi sono ancora permesso di affrontare questo argomento perché talmente complesso che solo gli sciocchi ne parlano a iosa. …..Posso parlare solo a partire dalla mia esperienza personale limitata al Paese nel quale vivo e lavoro, la zona saheliana del Ciad.   Mi domando anche se Facebook sia il luogo adatto a questo argomento. Quanti mi leggeranno fino alla fine? …..….

    LA RICERCA DELL’ORO
    Qualche anno fa l’oro è stato scoperto un po’ dappertutto nel Sahara….I giovani vengono reclutati con contratto firmato e poi messi nel deserto a scavare in condizioni infernali. Se tentano di scappare vengono abbattuti…
     
    L’EMIGRAZIONE VESO LA LIBIA
    Questa filiera è la più infame. Dei trasportatori mafiosi caricano i giovani dai villaggi, gratuitamente, e li trasportano al confine con la Libia. Qui, in combutta con i trasportatori, vengono fatti prigionieri dalle tribù locali e maltrattati e filmati. Le immagini dei giovani torturati vengono mandate ai genitori ai quali viene chiesto un riscatto che va dagli 800.000 franchi cfa, in su.     Questi, poveri contadini, vendono buoi, aratro, carretta, capre e buoi….per pagare. I giovani allora vengono liberati e spariscono in Libia dove diventano mercenari per la guerra, manovali ecc. Evidentemente qualcuno di certo tenta anche di passare in Italia perché ogni tanto, anche se raramente, ci arrivano notizie di annegamenti.
     
    REAZIONE DEGLI ADULTI LOCALI
    Gli adulti, tutti senza eccezione, condannano queste partenze che svuotano i villaggi e riducono alla miseria i poveri genitori….
    1- Questi giovani non hanno più voglia di sfacchinare sulla terra perché hanno il cervello deformato dalle parabole televisive. Vogliono la ricchezza in fretta….
    2- …. Il fenomeno sparirebbe se le autorità locali intervenissero con fermezza … Ma le autorità locali sono impotenti a causa di certi governanti …. Le potenze occidentali se vogliono combattere il fenomeno debbono stangare senza pietà i governanti dei paesi dai quali provengono i profughi. E niente aiuti !
    3- Alcuni genitori non si commuovono più alle immagini dei figli torturati e rifiutano di pagare dichiarando per WhatsApp ai figli: “Avete chiesto il mio parere prima di partire? Adesso arrangiatevi!”  Ho l’impressione che questa svolta dei genitori si sta sviluppando. 
                                   REAZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA
    A- LA NOSTRA ANALISI. 
    • La situazione politica corrotta impedisce ai giovani, anche volenterosi, di avere uno spazio nella società facendosi una carriera onesta. Questo stato di cose crea uno scoraggiamento generale e un desiderio fortissimo di fuggire un paese considerato senza avvenire….
    • Certamente le filiere mafiose approfittano del fatto che questi giovani, hanno il cervello lavato dai mass media. Le paraboliche esistono ormai in tutti villaggi e hanno distrutt0 i valori della società tradizionale creando la cultura dell’effimero, del guadagno facile.   I giovani quindi sono disposti a tutto pur di non fare il mestiere del contadino.    La visione di un mondo magico spinge molti ingenui a partire, per qualsiasi via, per far fortuna…..
      MALEDETTI MASS MEDIA? Compreso Facebook che sto utilizzando?  No!  Non maledico nessuno, ma da anni cerchiamo la strada per far uscire i nostri giovani da questa maledetta visione!!
    B- I NOSTRI TENTATIVI DI SOLUZIONE:
    • LEGARE L’ INSEGNAMENTO SCOLASTICO AD ATTIVITA ECONOMICHE
      La scuola infatti, forma solo scribacchini e funzionari statali che raramente e solo con raccomandazione trovano lavoro…La scuola deve preparare i ragazzi a diventare dei bravi agricoltori, muratori, saldatori, non solo scribacchini stipendiati dallo stato.   Insomma qui tutte le scuole elementari e medie dovrebbero avere un ramo professionale legato alle realtà economiche locali.
    2-  CREARE DELLE ATTIVITA ECONOMICHE CHE PERMETTANO AI GIOVANI  DI  USCIRE DA UN’AGRICOLTURA PRIMITIVA E MISERA.  
    • Dopo il solenne fallimento dei trattori, abbiamo formato ormai in tre anni più di due mila giovani all’uso degli attrezzi a trazione animale e alla gestione delle terre e sementi.
    • Abbiamo creato di sana pianta un’officina che fabbrica questi attrezzi a trazione animale per non più importarli dall’estero. Permettiamo così ai fabbri locali di evolvere e di guadagnare onestamente la vita diventando dei veri artigiani. Il mercato degli attrezzi agricoli sarebbe infinito. Sui trenta mila soci della nostra federazione agricola, solo sei o sette mila posseggono l’aratro.
    • Tentiamo di creare un po’ dappertutto degli atelier di apprendistato con tecniche utili all’agricoltura, al giardinaggio, all’allevamento…Insomma a delle attività che aprono il mercato del lavoro. Perfino l’apicultura ha preso piede e diventa un’attività ecologica molto importante.
    • Infine, incoraggiamo i genitori ad organizzarsi per non pagare più i riscatti e stroncare alla radice queste partenze pazze.
           PER FINIRE:
    Si dice che una rondine non fa Primavera. Invertiamo allora il proverbio:” Anche una sola rondine può far Primavera!”
    Scarica il  post integrale MIGRAZIONE CLANDESTINA

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