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  • “In questa regione i giovani preferivano andare nel deserto alla ricerca dell’oro e qui perire o peggio partire per la Libia, piuttosto che subire la sorte dei loro padri che venivano schiavizzati dagli usurai con prestiti capestro”.
    Così p. Franco Martellozzo descrive la realtà.

    In una regione povera, periodicamente colpita da gravi crisi alimentari per mancanza di cibo e acqua, i contadini erano costretti a rivolgersi agli usurai per acquistare il miglio per la semina.
    Gli aiuti alimentari che arrivavano a pioggia dalle Organizzazioni Internazionali non risolvevano la situazione, ma anzi la aggravavano, abituando la popolazione all’assistenzialismo.

    Come uscirne? In anni di lavoro a fianco dei contadini, P. Franco volle creare una struttura che fosse loro di aiuto per raggiungere l’autosufficienza alimentare e la libertà dalla schiavitù dei debiti.

    La chiave di volta furono le Banche dei Cereali: magazzini gestiti dalle comunità, in cui i contadini possono riporre le sementi al momento del raccolto per fruirne al momento del bisogno e chiederle a prestito, nei casi di necessità, ad un interesse sostenibile atto solo a finanziare l’organizzazione e ad aiutare le famiglie più bisognose.

    Se ad esempio un contadino riceve in prestito 5 sacchi per la semina, al raccolto (circa 15 sacchi) ne deve restituire uno a titolo di interesse. Questo consente alla banca di autoalimentarsi per nuovi prestiti e per iniziative concrete  (un pozzo, una scuola, un orto, ecc).
    In pochi anni le Banche dei Cereali sono moltiplicate nel Guéra grazie al passaparola. Tuttavia la loro sopravvivenza era a rischio, a causa di una struttura organizzativa informale e del mancato riconoscimento da parte delle istituzioni.

    Bisognava creare una organizzazione che desse garanzia di affidabilità, tale da riscuotere il consenso di una popolazione analfabeta e diffidente, ma anche quello delle Istituzioni e delle Organizzazioni internazionali presenti nella regione.

    Fu così che nel 2010 Ada Civitani, volontaria, e suo marito Claudio Grossi, professore di Analisi Finanziaria alla Cattolica di Milano, trasformarono la rete informale delle Banche dei Cereali in una struttura istituzionalizzata: la “Federazione delle Banche di Cereali”, una soggetto giuridico di diritto Ciadiano, abilitato a operare nell’intera regione del Guera e in contatto con il Governo centrale.
    Un’organizzazione ben strutturata, con uno Statuto ed un Regolamento di funzionamento, redatti dallo stesso Claudio partendo dal modello di lavoro già utilizzato dagli animatori volontari sotto la guida di P. Franco: questo passaggio consentì alle Banche dei Cereali di rafforzarsi e diffondersi in modo ancora più capillare.

    “Un’idea già in atto, realizzata con lungimiranza da p. Franco, che vista la sua bontà noi abbiamo cercato di far crescere e diffondere. A lui il grande merito” dice Claudio Grossi.

    Al 31 dicembre 2024 la Federazione riunisce ben 354 Banche dei Cereali a servizio di 31.718 soci: una realtà apprezzata e indispensabile nell’economia locale, un traguardo perseguito con passione e caparbietà da p. Franco.
    Il successo di questa iniziativa ha attirato l’attenzione anche di media che si occupano dei problemi dell’Africa.

    E p. Franco, giustamente soddisfatto scrive su Facebook:     “Anche in questo villaggio isolato, grazie alla Banca dei Cereali, questo padre di famiglia ha potuto coltivare il proprio campo, i suoi bambini avranno un pasto giornaliero e potranno andare a scuola ed essere curati.
    Questa avventura non sarebbe partita senza l’apporto prezioso del professore Claudio Grossi e di sua moglie Ada Civitani.”

    Un esempio di come l’impegno e la disponibilità di ciascuno di noi a mettere a disposizione il proprio tempo e le proprie competenze può essere di grande aiuto ai più sfortunati.

    Mosè Pagnin
    Ada Civitani

    Posted by mose @ 10:59

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