“Oggi primo gennaio, un’esplosione di acqua da una profondità di 40 metri”, scrive Antonietta dal Ciad.
L’acqua sgorgata il primo giorno dell’anno è un auspicio di buon augurio. La ricerca fatta con le nuove tecniche, la realizzazione delle dighe di contenimento, sono tutti interventi mirati per raggiungere l’obiettivo di dare speranza di vita nei villaggi.
Ma non basta. “Raggiungere l’autosufficienza alimentare” è questo l’obiettivo perseguito con tenacia e ostinazione da p. Franco, in quel Ciad che è diventato la sua patria di adozione.
Occorre migliorare la produzione agricola e su questo versante p. Franco sta ottenendo grandi risultati, con la costruzione di aratri, progetto avviato nel 2018. Difficile per noi comprendere le enormi difficoltà incontrate: il materiale che arriva dall’Italia grazie alle donazioni, viene lavorato nelle fucine appositamente create, dove lavorano i nuovi fabbri formati da fratel Pietro Rusconi.
“Su 35.400 capi famiglia, solo 10.000 posseggono l’aratro. La nostra speranza è che ogni famiglia possegga l’aratro che permetta loro di triplicare la produzione e raggiungere così l’autosufficienza alimentare” dice p. Franco,
Grandi numeri, che presuppongono un grande impegno. Un progetto dallo scarso appeal emotivo per noi, ma che è fondamentale per aiutare quella gente a crearsi un futuro nella loro terra. Per questo p. Franco può contare sul sostegno di tutti noi. Aiutalo anche tu.
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